venerdì 14 novembre 2008

"Una partita speciale"


Oggi voglio condividere con voi una storiella che mi è arrivata via mail e che sicuramente sarà arrivata anche a voi, è speciale soprattutto per il significato che trasmette, vale la pena fermarsi due minuti per leggerla e riflettere. Buona lettura


UNA PARTITA SPECIALE

Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda:'Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?

'Il pubblico alla domanda si fece silenzioso.

Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino. 'A quel punto cominciò a narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare? 'Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno. Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: 'Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono. Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri. Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivònella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita? Incredibilmente lo lasciarono battere.Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza. Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora finito. A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e lapartita sarebbe finita. Invece... Il tiratore lancio la palla di molto oltre l'uomo in prima base e inmodo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: 'Shay corri in prima base! Corri inprima base! 'Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base. Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quel punto tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base! 'Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla..Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!'Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono:' Corri in prima, torna in base!!!!'E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono inaria e ne fecero l'eroe della partita.

'Quel giorno disse il padre piangendo i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità. Shay non è vissuto fino all'estate successiva.

E' morto l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre...non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando tornato a casa e le raccontò di aver giocato e vinto.

sabato 8 novembre 2008

"La respons-abilità" e i "Fantastici 4"




Lo spunto per questo post mi è arrivato dal mio amico Giannicola attraverso il suo blog, tratto dal libro "Tutta un'altra vita" su un argomento che tocca tutti noi: la responsabilità. Ma cos'è la responsabilità? Vi lascio alla lettura di questo brano e della storiella contenuta e capire come questa parola ha un ruolo attivo nella vita quodidiana di tutti noi e come questa parola, come scrive l'autrice, può essere scissa e diventare "respons-abilità". Buona lettura

Tratto da "Tutta un'altra vita" di Lucia Giovannini

La respons-abilità

"Vivere significa prendersi la responsabilità di trovare le giuste risposte ai problemi della vita". Victor Frankl

Se solo avessi più denaro/tempo/ fortuna...
Se solo ricevessi più aiuto dai colleghi, famigliari/amici...
Se solo mio marito mi sostenesse...
Se solo fossi più giovane/magra/bella...
Se solo il mio lavoro fosse meno stressante...
Vi suona familiare? Quali stati d'animo, quali azioni scaturiscono da questo modo di pensare? Quando ci troviamo a riflettere e parlare in questa maniera, siamo forse nella nostra zona di potere? La linea che identifica la nostra area di influenza è ben definita e ha un nome: respons-abilità.
Responsabilità non significa colpa. Non è certo colpa nostra se siamo stati licenziati, lasciati dal partner o se siamo ammalati. Essere responsabili significa riappropriarsi dell'abilità di rispondere agli eventi. Vuol dire usare la nostra abilità di cambiamento. Essere in grado di dare le risposte più funzionali alle domande che i problemi della vita ci pongono. E significa farlo nella quotidianità,attraverso la nostra condotta, le nostre azioni, le nostre parole, a casa e al lavoro, quando siamo da soli e quando siamo con gli altri.
Siamo completametamente responsabili della nostra zona di potere, ovvero di ciò che pensiamo, delle nostre emozioni, di come parliamo ed agiamo. Siamo altresì responsabili dei nostri comportamenti, delle parole e delle azioni nei confronti degli altri. Ma non siamo responsabili di ciò che un altro pensa, fa o dice. Questo rientra nella zona di potere dell'altra persona. Quindi non possiamo cambiarlo. Possiamo solo cambiare come ci sentiamo a riguardo. Possiamo accettare gli eventi esterni e usare la nostra abilità per rispondere, cioè la nostra respons-abilità. Comprendere questo meccanismo ci aiuta anche a creare rapporti più sani, aperti, onesti ed efficaci.
"Siamo in dieci a lavorare su questo piano e ci sono due bagni". La settimana scorsa l'impresa di pulizie era in ferie e i bagni sono rimasti sporchi per tutto il tempo. E' possibile che nessuno si prenda la briga di pulirli?"
"Ogni volta che arriva una pratica scomoda da trattare, rimbalza sulle diverse scrivanie come una patata bollente e nessuno vuole farsene carico. Perchè dovrei farlo proprio io?"
"Appena finito di mangiare mio marito si incolla davanti al televisore e non mi aiuta con i bambini. Se gliel'ho mai chiesto apertamente? No, chiunque si renderebbe conto che ho bisogno di una mano"
"Il pianeta è ogni giorno più inquinato. Molti animali vengono maltrattati. Qualcuno prima o poi dovrà fare qualcosa!"

Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno
Questa è la storia di 4 persone di nome Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno. C'era un lavoro importante da fare e a Ognuno venne chiesto di farlo. Ognuno era sicuro che Qualcuno l'avrebbe fatto. Chiunque avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece. Qualcuno si arrabbiò a tale riguardo, perchè era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensava che Chiunque potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno non l'avrebbe fatto. E finì che Ognuno dette la colpa a Qualcuno quando Nessuno fece ciò che Chiunque avrebbe potuto fare.

Traduzione: questa è la storia di Ognuno di noi.
Davanti ad un compito difficile, una conversazione scomoda da iniziare, un passo faticoso da intraprendere, una situazione pesante da cambiare. Nessuno è particolarmente felice. Per Chiunque sarebbe molto più facile limitarsi a giocare il ruolo della vittima e deprimersi o incolpare gli altri. Qualcuni invece usa la sua zona di potere e decide di non farlo. Ogni volta che scegliamo la respons-abilità facciamo un passo avanti verso il cambiamento evolutivo.