venerdì 26 dicembre 2008

"Buon Natale"

A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore,
a chi saluta ancora con un bacio,
a chi lavora molto e si diverte di più,
a chi ha l'entusiasmo di un bambino e i pensieri di un uomo,
a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori,
a chi arriva in ritardo ma non cerca scuse,
a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere,
a chi è felice il doppio quando fa la metà,
a chi si alza presto per aiutare un amico,
a chi vede nero solo quando è buio,
a chi non aspetta il Natale per essere migliore...

a chi vive la sua giornata come una guerra
a chi gira la faccia quando incontra uno di colore
a chi lavora solo per denaro
a chi non sa cosa sia la pazienza
a chi è sempre puntuale ma gli altri no!
A chi mangia in silenzio per ascoltare il tg
a chi non è mai contento di quello che fa
a chi aiuta un amico con parcella scontata
a chi è triste con i suoi desideri da bambino
a chi sogna e rimpiange solo gli anni passati
a chi fa di tutto per non vivere il Natale.
TANTI CARI AUGURI PER UN SERENO NATALE
Dante

venerdì 19 dicembre 2008

"Una strana Alleanza..."


Oggi voglio condividere una storiella molto originale e dallo spirito natalizio con un'alleanza molto particolare. Un grazie a Giannicola ed all'autrice Alessia Graziani. Buona lettura


UNA STRANA ALLEANZA di Alessia Graziani

Babbo Natale, nella sua slitta, gironzolava per i cieli invisibile all'occhio umano, controllava i bambini buoni e cattivi, leggeva tutte le letterine con gli infaticabili folletti, preparava i giochi tanto desiderati e in una sola notte, li consegnava in tutto il mondo.
Tutto scorreva liscio, giorno dopo giorno, anno dopo anno... Troppo liscio.
Ben presto nessuno ebbe più segreti per lui.
Prevedeva i giochi preferiti dai bambini, li preparava in anticipo e scommetteva con gli altri sull'esattezza dei suoi pronostici. Conosceva tutti e i suoi giretti diventarono noiosi. Probabilmente fu questo, dissero in seguito, che lo portò ad essere poco attento. Troppo... poco... attento...Una sera, uscendo, dimenticò la cosa più importante: la polvere magica! Si, quella che lo rendeva invisibile. “Poco male” pensò, “ che importa? Vanno tutti di fretta!
Chi vuoi che perda tempo a guardare in su? Chi vuoi che veda un povero vecchietto panciuto, nascosto nella folta barba bianca che scorrazza un po' tra i cieli, a bordo della sua slitta, trainato da renne?” Non tornò indietro. Proseguì ben visibile a tutti... che errore!
In agguato nell'oscurità, si nascondeva un losco figuro. Uno stregone cattivo, ma così cattivo da non aver mai ricevuto un regalo in vita sua, attendeva lì, fermo immobile. Non aspettava altro che vendicarsi! Quando lo vide passare non credeva ai propri occhi! Tanta pazienza e attesa avevano portato i loro frutti... Vendetta sarebbe stata finalmente fatta! Il suo piano malefico era pronto da tempo. Si nascose dietro la nuvola più nera del cielo e, con una semplice rete, lo catturò. Lo rinchiuse dentro quella stessa nuvola.
Nessuno poteva vederlo né sentirlo: le sue grida venivano coperte da assordanti tuoni. Era stato semplice. “La mia vendetta sarà tremenda” pensava lo stregone cattivo che per anni aveva minuziosamente studiato la strategia. “Tutti i bambini del mondo, non ricevendo regali, penseranno che Babbo Natale non esista più e... NON CREDERANNO PIU' IN LUI!!!!
Diventeranno cattivi... tutti cattivi come me! Ih, ih, ih !” Sogghignava, compiaciuto del suo piano.
Sogghignava, contento, sfregandosi le mani. Sogghignava , più brutto che mai, più cattivo che mai.
Lontano , nella loro fabbrica, i folletti erano preoccupati. Babbo Natale era scomparso!
“ Era distratto, che si sia perso?” dicevano alcuni... “ E se fosse caduto?” dicevano altri...
“ E se, distratto com'era, avesse sbattuto contro un aereo di linea? Nessuno avrebbe potuto soccorrerlo! Nessuno avrebbe potuto vederlo con addosso la polvere magica!” Furono organizzate le ricerche ... passarono giorni, poi mesi... niente!
I primi fiocchi di neve imbiancavano il paesaggio, dalle finestre si intravedevano alberi addobbati, i balconi si accendevano e spegnevano coperti di luci: Natale era ormai alle porte!
AIUTO!!! Poveri folletti... Come fare? Come consegnare tutti i regali in tempo? Non potevano deludere i bambini! Ma chi avrebbe potuto aiutarli?
Qualcuno infaticabile...Qualcuno capace di amare i bambini più della propria vita...
Pensarono e ripensarono...pensarono e riripensarono...
“I Genitori!!!” gridarono in coro!
Certo, loro non avrebbero mai deluso i propri figli! Avrebbero cercato in tutti i modi di soddisfarli. Avrebbero sicuramente pensato prima di tutto alla felicità dei bambini! I folletti vi si recarono e questi accettarono di buon grado. Avrebbero consegnato i regali, di nascosto,li avrebbero deposti sotto l'albero, la notte della Vigilia. iGiurarono di mantenere il segreto per sempre.
Quel Natale, i bambini ricevettero i doni come sempre, come se niente fosse accaduto. Sembrava addirittura più bello! Come se il tempo fosse avvolto da un magico mistero. Tutti continuarono a credere in Babbo Natale.
I piani dello stregone erano andati in frantumi e non solo, la magia e l'amore sprigionate dileguarono la nuvola. I folletti videro subito Babbo Natale e lo portarono in salvo.
Una volta al sicuro gli raccontarono le mille peripezie e del fantastico aiuto trovato.
“Bel lavoro” disse Babbo Natale, “ l'unione fa la forza! Abbiamo dei preziosi alleati! D'ora in poi non farò più da solo! Il Natale non sarà mai più in pericolo!”
Così fu che Babbo Natale sparse la sua polvere magica: ogni Natale, i bravi genitori si trasformano in fantastici aiutanti: i supereroi dei regali! e.... bambini potete stare tranquilli!
Se siete stati buoni e bravi non ci sarà stregone al mondo che potrà fermare questa strana alleanza: Babbo Natale con papà e mamma

domenica 14 dicembre 2008

"Le parole sono pietre, anzi proiettili"



Caro diario,



è un pò che non scrivo, non per mancanza di argomenti o pensieri ma per il fatto che alcune volte ti senti scarico, le giornate sembrano trascorrere tutte uguali ed allora cerchi qualcosa che ti faccia ricaricare e ripartire, bene con questo post voglio lasciarmi questo periodo alle spalle e guardare avanti...



Come avevo scritto in una mail di qualche tempo fa, ognuno di noi può essere un "Grande Capo" in qualunque ambito operi: nelle aziende grandi e piccole, in casa,in classe, sui campi sportivi, nell'esercito, in cucina, ecc. Oggi voglio continuare a parlare di questo tema molto interessante (spero anche per voi) soffermandomi però sulle PAROLE che usa un Capo nei suoi colloqui. Parole che comunque lasciano un segno in chi le ascolta e perciò dovrebbero essere usate con molta attenzione e magari prima di pronunciarle in alcuni casi sarebbe opportuno pensarci un po su.
Qualche tempo fa ho visto in tv un film del Grande Totò (non ricordo il titolo) che interpretava la parte di un titolare d'azienda e di un presidente di una squadra di calcio, il quale gestiva molte persone con varie problematiche, la moglie gli aveva consigliato prima di aprire bocca e fare danni di contare fino a dieci...

Per parlare di questo tema chiederò aiuto a Jeffrey J.Fox autore del libro "Come essere un Grande Capo", ve lo ricordate???

Tratto da: "Come essere un Grande Capo"
Autore: Jeffrey J.Fox

ATTENZIONE: le parole sono pietre, anzi proitettili
Chi maneggia armi, si tratti di un tiratore scelto o di un pistolero, sa molto bene che prima di fare fuoco occorre prendere la mira con molta calma, mantenendo il massimo controllo. I tiratori intelligenti sanno che un colpo affrettato può costare loro la vita. Allo stesso modo, un capo intelligente sa che una frase non ponderata può ferire come un proiettile.
Badate sempre a ciò che dite e come lo dite. Le vostre parole hanno un peso enorme, quindi parlate con grande prudenza. Un lavoratore dipende interamente dal suo capo sotto diversi aspetti: retribuzione, direttive di lavoro, informazioni necessarie, conferma dell'assunzione dopo il periodo di prova, possibili avanzamenti di carriera. Va da sé, pertanto, che i dipendenti ascoltano con la massima attenzione le parole del loro capo (purtroppo, i dipendenti ascoltano molto di più il capo di quanto quest'ultimo non ascolti loro!) Più un capo occupa una posizione elevata nella gerarchia aziendale e maggiore forza hanno le sue parole. Ciò che dice il capo influisce direttamente su ciò che i dipendenti pensano di se stessi, degli altri colleghi, dell'azienda in generale e persino dei clienti di quest'ultima.
Non parlate di un dipendente con un suo collega di uguale livello; non screditate un vostro superiore davanti ad un vostro subalterno; non criticate un cliente, perchè cosi facendo influireste sull'atteggiamento dei vostri dipendenti nei suoi confronti. Il cliente oggetto delle vostre critiche, infatti, perde immediatamente valore, riceve un servizio di qualità inferiore o un trattamento comunque insoddisfacente, e la perdita di un cliente rappresenta un grave danno per l'azienda, e quindi per il capo e per il dipendente.
La diceria, quel proverbiale "pare che" o "si dice che", quel sistema di comunicazione interna presente in tutti gli uffici e particolarmente attivo, viene sempre innescata da qualche commento indiscreto che un capo si è lasciato sfuggire in presenza di un subalterno. Il grande capo pondera invece molto a lungo le proprie parole prima di fare commenti.
Un grande capo non può permettersi di svelare avventatamente dei segreti o di lasciarsi andare a pettegolezzi, né deve lasciarsi andare a dire alcunché che possa, anche non intenzionalmente, essere male interpretato. Non può neppure lasciarsi sfuggire un commento en passant, appena sussurrato. Per un dipendente, un capo che sussurra è come un leone che ruggisce.

mercoledì 3 dicembre 2008

"Presente..."


"Ieri è storia,

domani è mistero,

ma oggi è un dono...

per questo si chiama

Presente!"


Maestro Oogway

(Kung Fu Panda)