venerdì 26 giugno 2009

"Il Panino..."



Ormai da diverso tempo mi occupo di gestione delle persone ed a mia volta vengo gestito da altre persone. Faccio parte di quella categoria di persone intermedie che si trovano "gestori" e "gestiti", un termine se vogliamo un pò improprio ma che rende il concetto. In questo contesto lavorativo uno dei termini che ricorre più spesso è il FEEDBACK, ma cos'è di preciso? E come viene applicato nei vari contesti lavorativi? Spesso mi trovo a dare feedback ed ariceverli non proprio come vorrei ed in tutto questo tempo devo dire pochissimi per altro in ambiti non lavorativi si sono soffermati con me sull'importanza e sulle tecniche da applicare, perchè non ci dimentichiamo stiamo parlando di PERSONE. Ringrazio Giannicola per avermi fatto conoscere questo aspetto del feedback che ho voluto condividere con voi...E il panino?... leggete fino in fondo e lo scoprirete.

Articolo tratto dal blog "TUTTA UN'ALTRA VITA".

Vi è mai capitato di dover comunicare a un dipendente, un collega, un familiare il vostro punto di vista su di un loro comportamento che considerate poco funzionale?
Non è sempre così semplice perchè spesso il nostro ascoltatore entra in stati emotivi che non gli permettono di fare tesoro di quanto diciamo, tutt’altro, si chiude in difesa e quanto stiamo dicendo rimbalza come se incontrasse un muro di gomma.
E ci sono tanti modi per affrontare questo tipo di comunicazione: alcuni funzionano eccellentemente, altri non tanto, altri ancora nuocciono grandemente.L’argomento è spesso riportato sotto la voce “critiche”: come criticare in maniera efficace creando il cambiamento desiderato nell’altro.
In PNL e Neuro-Semantica non usiamo il termine critica e criticare poichè il termine ha un’accezione negativa che ritroviamo in parte anche nella sua etimologia: dal greco kritikós ‘atto a giudicare’, derivato di krínein ‘distinguere, giudicare’.
E generalmente chi si sente oggetto di critica si sente giudicato, associando a tale stato delle emozioni non positive a tutto discapito della comunicazione in corso.


In PNL e Neuro-Semantica non usiamo neppure il concetto di critica costruttiva che ben potrebbe essere tradotto in “ti giudico negativamente per farti migliorare” un po’ come prendere a pugni una persona per farla guarire, ma la maggior parte degli studi in materia hanno dimostrato che enfatizzando semplicemente quello che non va, si ottiene paradossalmente un aumento dei comportamenti non desiderati, mentre offrendo suggerimenti su quali nuovi comportamenti più funzionali adottare, è molto più facile ottenere un cambiamento.

Continuare a ripetere ad un bambino (peraltro anche ad un adulto) che è negato a scuola, che non vale nulla, che è un fannullone, che non è buono a combinare nulla non lo aiuta di certo ad imparare la matematica, impegnarsi e ad imparare a fare tante altre cose.Per contro, rinforzare la fiducia del bambino nelle sue capacità attraverso apprezzamenti su quello, anche poco, che sa già fare, unitamente al suggerimento di nuove strategie di studio e di comportamento può fare miracoli.

In PNL e Neuro-Semantica parliamo di feedback che tradotto significa “restituire nutrimento” nel senso che comunichiamo con la persona al fine di facilitarle il mettere in pratica comportamenti più funzionali in determinati contesti. Cade completamente il bisogno, insito nella critica classica, di giudicare quella persona e ci si concentra invece su come agevolare il cambiamento in meglio.

I ricercatori della Libera Università di Crescita Evolutiva (L’UCE) hanno un modello neuro-semantico che consideriamo lo stato dell’arte per dare feedback, composto da 7 punti.

Il Feedback di alta qualità è:
1 Sensorialmente basato e comportamentale.
2 Con informazioni precise che forniscono piccoli passi.
3 Puntuale, il più immediato possibile.
4 Importante per il risultato, orientato al risultato.
5 Con attenzione al Rapport, dato con compassione, senza giudizio o valutazione.
6 Orientato all’azione, fornisce il prossimo passo per il miglioramento.
7 Sperimentale: usalo come se fosse il tuo specchio.

Lasciando ai partecipanti de L’UCE scoprire e apprendere i segreti e la potenza di questo modello, vogliamo continuare questo post parlando di un modello semplificato, facile da ricordare, e delle sue evoluzioni.

Si tratta del Sandwich Feedback ovvero feedback a panino, perchè come un panino consta di 3 parti, due fette di pane e un ripieno. Questo modello è stato messo a punto da Wyatt Woodsmall mentre lavorava per migliorare la comunicazione all’interno dell’esercito americano e consiste in:
1 Prima fetta di pane: fare un apprezzamento concreto e specifico su uno o più comportamenti della persona.
2 Ripieno: suggerire come migliorare determinati comportamenti:
3 Seconda fetta di pane: affermare la capacità della persona di mettere in pratica il suggerimento ed i risultati che può ottenere.


Esempio:
1 Marco, trovo che nella presentazione che hai tenuto poco fa tu abbia fatto un ottimo lavoro di ricerca dimostrato dalle diverse fonti autorevoli che hai citato a supporto della tua tesi.
2 Mi chiedo se allenandoti a variare il ritmo ed il volume della tua voce tu possa creare ancora più coinvolgimento nel pubblico.
3 Sono convinto che tu possa raggiungere un’eccellente padronanza della voce nel giro di poche settimane con grande beneficio per il successo delle tue future presentazioni.

Come vedete il modello è semplice ed efficace nel senso che il primo sincero apprezzamento predispone la persona, che non si sente giudicata, nello stato migliore per integrare il suggerimento del “ripieno”, e la chiusura incoraggiante delle seconda fetta di pane suggella il tutto creando la visione e sensazione di un futuro diverso e più interessante.

Se ci fossero solo lodi, la persona non avrebbe l’opportunità di crescere imparando cosa può ancora migliorare, se ci fossero solo “critiche” la persona rimarrebbe sulla difensiva e molto facilmente potrebbe decidere, soprattutto se si sente ferita dalle modalità di comunicazione, di non mettere in pratica il consiglio. Combinando sapientemente apprezzamento e suggerimento, otteniamo invece il meraviglioso risultato di offrire all’altra persona la possibilità di crescere e migliorarsi mentre allo stesso tempo manteniamo.

Lo strumento funziona, l’abbiamo utilizzato e visto utilizzare per anni, è facile da ricordare e semplice come struttura. Naturalmente per feedback veramente qualitativi noi personalmente preferiamo il modello in sette punti della Neuro-Semantica.

Michael Jordan


«Posso accettare la sconfitta, ma non posso accettare di rinunciare a provarci.»

Michael Jordan

giovedì 25 giugno 2009

"Quante cose belle ci stiamo perdendo?..."


Un violinista nella metropolitana. Una storia vera. Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro. Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia. Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare. Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare. Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi. Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari. Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento. Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari. Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari. Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?". Ecco una domanda su cui riflettere: "Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?" Tratto: da: washingtonpost.com - thepopuli.it

sabato 20 giugno 2009

"Le avventure semiserie di un ragazzo padre"




Qualche giorno fa (sicuramente in ritardo rispetto la programmazione cinematografica) ho visto un bel film dal titolo "Solo un padre" di Luca Lucini con Luca Argentero. Con mia sorpresa scopro che il film è stato tratto da un libro che avevo letto nel 2002 e che mi aveva molto colpito. Ancora di più oggi mi ha colpito il film e rileggendo alcune pagine del libro visto la mia attuale situazione di neo papà. Sicuramente il libro è più completo ed affronta certe tematiche in modo più profondo e particolare. Dedicato a tutti neo papà ed a chi lo sta per diventare, ma anche alle mamme che potrebbero scorgere un diverso punto di vista. Di seguito riporto la presentazione del libro. Buona lettura

"Le avventure semiserie di un ragazzo padre" - di Nick Earls
Jon Marshall è un tipico single ultratrentenne metropolitano: medico specialista in laserterapia, bella casa, macchina sportiva, un cane un pò tonto di nome Elvis, colleghi simpatici, una sincera (e ricambiata) antipatia per la posta elettronica, un rapporto conflittuale con la musica, la moda e soprattutto le pettinature anni Ottanta, un amore sconfinato per la dolce Lily. Tutto normale, quindi, quasi banale. Appunto "quasi". Si perchè Lily - meglio conosciuta come Fagiolino- ha sei mesi, ed è sua figlia. E' lei il centro della vita di Jon e dei suoi pensieri squinternati, pensieri di un ragazzo padre volenteroso ma non per questo meno confuso e a volte comicamente imbranato. Eh, si, essere genitori è molto impegnativo, e bisogna tenersi in forma, meglio se andando a correre ogni mattina con Ash, studentessa di dieci anni più giovane di lui, molto carina e senza una lira in tasca. Prima di lei, la vita sociale di Jon si riduceva a George, l'amico single per scelta, a Oscar, il collega gay effervescente, e a Wendy, la vecchia amica materna, oltre naturalmente a Elvis e a Fagiolino. Fra un club di lettura il mercoledi sera, le inutili manovre di Wendy per accoppiarlo con sua sorella Katie (una nostalgica degli anni Ottanta pericolosamente propensa allo zitellaggio), gli inquietanti "reading" di poesia underground di Oscar e le assurde "catene" via e-mail di George, chi vuol bene a Jon si impegna nel tentativo più o meno riuscito di non farlo sentire solo, di alleviargli il peso di un segreto che insieme condividono: che fine ha fatto la mamma di Lily?
Un pizzico di Woody Allen, due manciate di Nick Hornby, il tutto in salsa Bridget Jones: il pasticcio servito è una storia brillante e piena di humor, spiritosa molto ben scritta che riesce a parlare di cose serie in modo straordinariamente lieve. E, una volta letta l'ultima pagina, sentiremo la mancanza di Jon, il tenero, ridicolo, romantico e poetico protagonista di cui anche noi siamo diventati amici.

domenica 7 giugno 2009

"Una storia Speciale"

Un giorno un figlio dice al padre:
- 'Papà, vuoi fare una maratona con me? "
- E il padre ha detto 'sì'.
Entrambi corsero la loro prima maratona.
Ancora una volta, il figlio chiede:
- 'Papà, vuoi fare una maratona con me? "
- E il padre ha detto nuovamente: 'Sì,figlio mio
Un giorno, il figlio chiede al padre:
- 'Papà, vuoi fare l' Ironman con me?
" L'Ironman è il triathlon più difficile che esiste : (4 km nuoto, 180 km in bicicletta e 42 km corsa)
E il papà ha detto "SI"
La storia sembra semplice. Fino a quando non si guardano queste immagini ... grande lezione di amore e di umanità ... RISPETTO