sabato 24 luglio 2010

"Una storia operaia" di Riccardo Ruggeri


Da qualche giorno ho terminato la lettura di un libro molto interessante "Una storia operaia" di Riccardo Ruggeri, che mi è stato suggerito qualche tempo fa dall'amico e collega Massimo B. Da qualche anno a questa parte ho cambiato un pò atteggiamento verso i libri che mi vengono regalati (e che regalo) o suggeriti: pensavo e cercavo di immedesimarmi nei gusti della persona che doveva ricevere da me un libro in regalo, immagivano i gusti gli interessi, magari cercando consensi in conoscenze comuni al fine di "non fare brutta figura". Niente di più sbagliato! Ora invece, perchè l'ho provato su me stesso il bello è regalare per condividere con gli altri proprio i libri che ci hanno lasciato qualche messaggio particolare, allo stesso modo è bello ricevere suggerimenti o regali di libri ed autori che normalmente (per non conoscenza) non avrebbero posto nella nostra libreria. Bene anche con questo libro "Una storia operaia" è successa la stessa cosa: sinceramente vendendolo in libreria non lo avrei comprato! Ed avrei fatto un grandissimo errore!!! Si è rivelato un libro molto interessante sia per i contenuti ed esperienze di management "vissuto in prima persona", ma anche la storia dell'uomo, dell'autore che muovendosi nella sua biografia ci narra delle sue origini, della sua famiglia e ci parla di personaggi noti e non visti da altre prospettive.
Una curiosità per i tifosi "Juventini": molti voi hanno notato che lo sponsor sulle magliette è "NEW HOLLAND", quanti conoscono questa azienda e cosa produce? Chi è stato l'artefice della sua nascita e crescita?...Proprio Riccardo Ruggeri che muovendosi sempre lontano dai riflettori ha rsanato diverse aziende "blasonate"e ricevendo come spesso accade ricoscimenti e critiche.
Spero che questa breve introduzione sia stata di vostro gradimento e soprattutto vi abbia icuriosito a tal punto da andarlo a comprare, leggerlo, proprio come è successo a me. Buona lettura.

"UNA STORIA OPERAIA" di Riccardo Ruggeri (Francesco Brioschi Editore)Operaio, figlio e nipote di operai, nato, come lui stesso ricorda con orgoglio "nella portineria al civico 9 di piazza Vittorio a Torino", Riccardo Ruggeri ha saputo accettare le sfide che prima la vita, poi la Fiat e infine il mercato gli hanno proposto negli anni, fino a diventare un grande manager e un imprenditore di successo. Nella sua lunga carriera ha incontrato per ragioni professionali, Vittorio Valletta, Enzo Ferrari, Carlo d'Inghilterra, Saddam Hussein, Siad Barre, e ha lavorato con Gianni e Umberto Agnelli, con Carlo e Franco De Benedetti, con Franco Tatò, con Cesare Romiti, con Umberto Quadrino e Pier Luigi Celli. Ma anche con persone meno note e, forse, meno importanti ma ricche di passione e di autentico amore per il lavoro: attraverso queste figure, osservate con una lente tutta speciale, fatta di attenzione finissima per la natura umana e insieme di acume critico e di ironia, il lettore può scorgere i grandi cambiamenti di un Paese e di un'impresa, la Fiat, che più di ogni altra ne ha segnato la storia. Le pagine di Ruggeri raccontano di scelte maturate in frangenti di grande passione e di salvataggi e fusione entrate di fatto nella storia del management (vedi il caso New Holland) e sono, naturalmente, una miniera di spunti manageriali: di accurata analisi dei business, di strategia aziendale, di organizzazione. Ma l'autore non dimentica mai che dietro alle aziende ci sono i manager, e che i manager sono uomini in carne ed ossa: con qualità e capacità di visione e leadership, ma anche manie, tic e debolezze. Oggi imprenditore nelle assicurazioni e nella moda, Riccardo Ruggeri, forte di una pratica di management basata sulla contro-intuizione, ha individuato nella grande crisi, che tiene con il fiato sospeso imprenditori d'Italia e del mondo, un'opportunità da cogliere per vincere una nuova sfida.
"...il management deve sì gestire, ma la leadership è qulcosa di più della gestione, su cui lavorare giorno per giorno" (Franco Debenedetti)

domenica 18 luglio 2010

Pranav Mistry ed il suo SixthSense




Recuperare informazioni da Internet quando si è in movimento può essere una sfida. Pranav Mistry, uno studente laureato al MIT, ha sviluppato SixthSense, un dispositivo che viene indossato come un ciondolo e sovrappone le informazioni digitali al mondo fisico.

A differenza dei precedenti sistemi di realtà aumentata, il sistema di Mistry ha il vantaggio del basso costo dell’ hardware. Due cavi di collegamento ad un proiettore a LED e la webcam ad un telefono cellulare abilitato al Web , ma il sistema può essere anche wireless.

Come funziona SixthSense ?

Il sistema permette di prelevare dati dal mondo reale tramite una webcam portata al collo come se fosse un ciondolo ed inviare e ricevere dalla rete tramite il cellulare le informazioni relative ad esempio ad un libro, che vengono poi visualizzate tramite un proiettore posto sul berretto.
Sulle dita sono poste dei sensori ad anello che tramite determinati movimenti attivano specifiche funzioni, compresa quella di visualizzare sulla mano la tastiera virtuale di un cellulare.

Come si vede dalla foto, Pranav Mistry controlla SixthSense con semplici gesti, unire le dita e pollice insieme per creare una cornice d’immagine, indica alla fotocamera di scattare una foto, mentre disegnare il simbolo @ in aria, ti permette di controllare il tuo indirizzo e-mail. E’ progettato per riconoscere automaticamente gli oggetti e recuperare le informazioni pertinenti dalla rete. Con text-to-speech software e un auricolare Bluetooth, è possibile “bisbigliare nell’orecchio” le informazioni direttamente all’utente.

Mistry ha sviluppato SixthSense in meno di cinque mesi, al costo di 241 euro alla valuta attuale, (non compreso il telefono). Attualmente si devono indossare colorati “marcatori” sulle dita in modo che il sistema possa monitorare i gesti delle mani, ma lo sviluppo degli algoritmi permetterà al telefono di riconoscerli direttamente.

Questo sistema consentirà, con un costo modico, una volta miniaturizzato, di abbattere di fatto la divisione tra il mondo reale e quello digitale, permettendo l’accesso permante alla rete, come se fosse un cordone ombelicale.