lunedì 28 novembre 2011

Ora e allora


"Un conto è voler vedere le stelle, un conto è farsi guidare; un conto è saperle lì in alto e lasciarle un pò fare..."
("Ora e allora" - Ligabue)

domenica 27 novembre 2011

mercoledì 23 novembre 2011

"Il maestro d'ascia" di V.Ceneri


La lettura di questo libro è stata abbastanza singolare per vari aspetti. Il libro, un romanzo storico, mi è stato regalato dai miei colleghi in occasione del mio ultimo compleanno. Quando ho tolto la carta che lo avvolgeva ne sono rimasto stupito in quanto leggendo velocemente la quarta di copertina ho pensato tra me e me "bha! cosa c'entro io con questo libro?..." ed allo stesso tempo incuriosito perchè ho scoperto che l'autore è abruzzese ed abita a pochissimi km da casa mia.
Ho avuto la fortuna di partecipare ad una presentazione del libro presso la libreria "La Feltrinelli" di Pescara proprio nei primi giorni della lettura del libro. La presentazione è stata veramente interessante. Mi sono sorpreso piacevolmente sia per il numero dei partecipanti (molti sono rimasti fuori dalla stanza per quanto era piena) che dalla qualità dei partecipanti e relatori, attenti e precisi nell'analizzare i passaggi più cruciali del libro.
Partecipare a questa presentazione mi ha aiutato molto nella lettura che fino a quel momento non scorreva molto in quanto faceva riferimento ad un periodo storico preciso, ad un'area geografica particolare la Palestina del I sec, ed i personaggi che siamo abituati a ritrovare nella Bibbia e nei Vangeli. Già, perchè il libro parla di una parte non conosciuta ed in parte inventata della vita di Gesù, chiamato nel libro con il nome originale Jesuha. Nel libro Jesuha ci appare come uomo, come figlio e come artigiano affermato nell'arte della falegnameria d'arte, stimato dai romani e dai suoi concittadini sia per le abilità professionali, ma soprattutto per i valori morali e l'alta cultura.
Da cattolico praticante (ultimamente purtroppo poco praticante) mi ha fatto piacere la lettura di questo libro che ci descrive un Gesù diverso, l'uomo comune che tende alla santità attraverso le opere che compie nel quotidiano aiutando il prossimo. Un Gesù che si ribella (giustamente) alla casta dei Rabbi e delle Sinagoghe, dove i sacerdoti con la scusa di Dio, saccheggiavano il popolo in modo da tenere per se i doni migliori della terra.
Ho avuto il piacere di condividere questo libro con una coppia di amici Marianeve e Manuel, ai quali ho chiesto un commento al libro letto. "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. (J. D. Salinger) .Ecco,forse è proprio questo il pensiero che avevo nello scorrere le pagine del Maestro D'Ascia,una sorta di colloquio e di confronto insieme ad un amico,attraverso la storia di un Gran Maestro,sui grandi valori e temi universali diversa da quella a cui sono,e forse a cui in tanti siamo abituati a vedere,lontana spesso dalla Tradizione e dal Sistema tramandatoci consciamente o inconsciamente sin dalle prime fasi di vita,una risposta positiva e ragionevole a dei dubbi,paure e sensi di colpa a cui veniamo sottoposti e che nostro malgrado ci accompagnano e probabilmente condiziona una vita.Un punto di partenza dal quale attingere per una riflessione profonda su come poter reinventare e migliorare quello che siamo,quello che vogliamo essere e quello che abbiamo da dare.Un grazie di cuore a Jeshua e Valentino..."

Dalla quarta di copertina:
Dal nome del protagonista, Jesuha, si comprende subito che non si tratta di un maestro d’ascia qualsiasi, quello su cui è intessuta la trama del romanzo storico IL MAESTRO D’ASCIA. L’autore fa balzare alla ribalta dello scenario della Palestina del I sec. personaggi e luoghi vivi e veri, che ben interpretano il tormento di quel passaggio storico, decisivo per il cambiamento dei connotati di tutto l’Occidente.
Trimalcio, Myriam, Joseph, Joannes, Matatia, Longinus e persino Erodiade fanno da stimolo alla formazione giovanile di Jesuha, che diventerà il Rabbi più importante di tutti i secoli. Nazareth, Sefforis, Cana, Sychar, Sychem, Nain, Betania, Gerusalemme, Sebaste sono, a loro volta, i luoghi in cui il Maestro d’ascia lascerà il segno indelebile della sua umana e divina presenza.

Con IL MAESTRO D’ASCIA, l’autore intende saldare il suo debito di gratitudine verso tutti coloro che, nel difficile comune percorso di vita, lo hanno incoraggiato a ricercare un senso vero da dare al dolore psichico, diventato oggi sempre più incomprensibile, insopportabile e assurdo. La devastazione arrecata alle nuove generazioni dal nichilismo esistenziale, dalle colpe e dai sensi di colpa inconsci, personali e transgenerazionali, richiederebbe un impegno riparativo più adeguato, che andasse oltre i percorsi formativi offerti dalle varie Istituzioni educative, quali la Famiglia, la Chiesa e lo Stato. Il Maestro d’Ascia ambisce dare uno spunto di riflessione per individuare il percorso giusto, ricercato dal giovane Rabbi Jesuha attraverso la rivisitazione dei luoghi e la reinterpretazione dei linguaggi del libro più famoso del mondo: la Sacra Bibbia.
Valentino Ceneri è nato a Cappelle sul Tavo (PE) nel 1939.
Ha conseguito: il Dottorato di ricerca in Teologia, presso la Pontificia Università Lateranense di Roma; la Laurea in Sociologia, specializzazione etnoantropologica e la Laurea in Psicologia presso l'Università La Sapienza di Roma; il Diploma di Psicoterapia presso l'I.P.A. di Roma.
Ha insegnato: Antropologia culturale presso la Pontificia Università di S. Tommaso di Roma; Scienze sociali, Psicologia, Pedagogia presso le Scuole Secondarie della provincia di Pescara.
È stato Giudice onorario del Tribunale per i minorenni de L'Aquila.
È Psicologo clinico Psicoterapeuta.
Vive con la famiglia a Moscufo (PE).
Ha pubblicato numerosi saggi tra cui:
Mutamenti socioculturali e valori cristiani, 1977, Roma; Dalla Psicoanalisi alla psicoterapia analitica esistenziale, 1981, Pescara; Il complesso di Edipo: tramonto o superamento?, 1983, Roma; La nascita del linguaggio, 1984, Franco Angeli, Milano; L’evoluzione psichica dell’uomo; Lettera a Pinocchio;L’identità rispettata; Valori: gabbie o libertà; La nascita del desiderio (La filogenesi dell’amore), Ed. Carabba, 1998, Pescara; Il Minotauro; Prometeo, Ed. Psi. co.ra, 1999, Pescara, Il punto Omega e gli attrattori della mente, A. Molinaro - F. De Macedo, edizioni Pro Sanctitate, 2006, Roma; Tutto il corpo nella mente e tutta la mente nel corpo?, Roma, 2008.Il Maestro d'ascia è il suo primo romanzo.

Contatti con l'autore:
valentino.ceneri@gmail.com o profilo su facebook

giovedì 10 novembre 2011

Neuroeconomia


Chi mi conosce abbastanza bene, mi giudica un tipo "razionale". Chi mi conosce bene sa che non sono poi così razionale. Chi mi conosce molto bene sa che certe volte mi lascio travolgere dall'entusiasmo e non ascolto per niente la mia parte "razionale". Mi è capitato in passato (non troppo passato) di fare acquisti di impulso o perchè coinvolto emotivamente anche quando non potevo permettermelo soprattutto su beni considerati superflui. Per fortuna nulla di grave e nulla di troppo costoso, mi rendo conto però che in alcuni casi può diventare una vera dipendenza. Come reagisce il nostro cervello di fronte agli stimoli che quotidianamente siamo sottoposti?... Proprio qualche giorno fa, mentre leggevo il mensile "Millionaire" (novembre 2011) mi sono imbattutto in un articolo, che voglio condividere con voi (e prima di tutto con me), che parla appunto della NEUROECONOMIA.
Parola fino a quel momento completamente estranea al mio vocabolario. Incuriosito dall'articolo letto ho navigato in giro nella galassia di internet alla ricerca di approfondimenti. Tra i vari articoli ho trovato un blog molto interessante chiamato NEUROECONOMICA (per saperne di più clicca qui). Il blog/sito ha diverse sezioni interessanti per approfondire l'argomento. Offre spunti di riflessione sia dalla parte del venditore (azienda) che dalla parte del compratore (cliente)

Ma torniamo al nostro articolo: (tratto da MILLIONAIRE novembre 2011 pag 22)
Cos'è la neuroeconomia e cosa c'entra con le decisioni della nostra vita? "E' una scienza nata dall'incrocio tra le neuroscienze e l'economia. Nella sua accezione più ampia, questa disciplina riguarda ogni aspetto della vita, in cui le decisioni possono aumentare o ridurre il benessere delle persone. Le sue ricerce non si rivolgono solo ai tecnici o addetti ai lavori, ma a tutti coloro che desiderano prendere decisioni migliori. La maggior parte dei nostri comportamenti è influenzata da processi automatici. I neuroscienziati hanno in pratica scoperto quanto siano deboli le nostre scelte consapevoli. Anche quando crediamo di aver preso decisioni razionali e ponderate, in realtà una grossa parte del processo avviene in modo automatico e inconsapevole. Spesso, alla nostra cosiddetta coscienza nazionale, non resta che prenderne atto e, quel che è peggio, tentare di giustificarsi a posteriori.
Facciamo investimenti sbagliati perchè siamo così dominati inconsciamente dalle emozioni? "Molto dipende dalle circostanze, dal momento, dal contesto e soprattutto dalle sensazioni "di pancia", ossia quelle più emotive e viscerali, che proviamo nel momento in cui prendiamo una decisione. Potremmo rinunciare all'acquisto di un nuovo televisore solo perchè, entrando in un negozio hi-tech, sentiamo la voce preoccupata di un cronista che commenta la grave crisi economica in cui versa l'Italia. La paura della crisi genera una reazione di un'area del cervello antico che è in grado di annullare qualsiasi velleità di acquisto".
Che cos'è il cervello antico? "Il nostro cervello "rettile", o meglio antico, è quella parte di noi che continua a percepire il mondo secondo i suoi schemi elementari, dominati da aspettative di piacere e paure, spesso completamente slegate da ciò che la razionalità dovrebbe dirci. Così le decisioni vengono influenzate, a volte nel giro di pochi secondi, da un'intensa emozione. E' quella che succede in Borsa quando si verifica il "panic selling", ossia quella fase del mercato in cui i venditori si liberano di titoli in perdita, perchè sotto "panico".
Come possiamo imparare a prendere decisioni consapevoli e sfruttare la neuroeconomia nel mondo del lavoro e del business? "Le due cose sono strettamente connesse: la consapevolezza dei processi e l'umiltà di capire che la razionalità, cosciente, non domina i nostri processi mentali, sono i due punti di partenza fondamentali. Lo studio delle reazioni del nostro cervello, l'analisi delle trappole cognitive ed emotive, in cui cosi spesso cadiamo, rappresentano la base per un efficace modo di pensare e di decidere. E nel business, dove sovente vengono prese decisioni con ampie conseguenze in pochi secondi, diventa fondamentale riconoscere limiti, trappole e antidoti".
Come possiamo riconoscere le trappole mentali che ci fanno sbagliare? "Le trappole sono molte, di diverso tipo e dinamica. In molte di esse la velocità di analisi e reazione contiene il bug che ci fa cadere: si pensi alla risposta di pancia che diamo al volo quando riceviamo al volo una email inopportuna che genera una guerra autoditruttiva. Oppure quando prendiamo la decisione emotiva di acquistare un prodotto anzichè un altro solo perchè disponibile (il qui e ora è più appetibile del domani per il cervello rettile".
In momenti di crisi come questo, in che modo la neuroeconomia può esserci d'aiuto? "In situazioni di crisi occorre imparare adistinguere le reazioni di paura (perdere soldi, restare povero, non sfamare la famiglia...) irrazionale da quelle di logica prudenza,per poter valutare meglio situazioni e scelte. La maggior parte delle aziende, in crisi, si accuccia in coperta, tirando i remi in barca in attesa che passi la tempesta. Ma la logica potrebbe anche suggerire a qualcuno di approfittarne per "andare a pesca senza concorrenti"! Se gli imprenditori, così come i consumatori, prendessero decisioni guardando meno telegiornali, si potrebbe arrivare al paradosso che non c'è momento migliore della crisi per fare veri affari. La conoscenza dei meccanismi elementari del cervello potrebbe aiutare le persone a governare la propria vita, invece cha a subirla".
Cosa bisogna fare prima di avviare un'impresa o fare un investimento importante? "Innanzitutto chiedersi "cosa ne penso", ma anche "cosa sento", mettendosi in ascolto sia dei pensieri più razionali sia delle emozioni meno palesi. Poi analizzare la situazione in momenti diversi, anche dopo la famosa "notte che porta consiglio". E terzo, presa una decisione, provare a dimostrare a se stessi che non è la migliore: se falliremo in questa impresa allora la decisione è giusta!"


martedì 8 novembre 2011

Brand 2 (SJ)


"Non abbiamo alcuna possibilità di farci pubblicità basandoci sulle funzionalità, sui benefici, sulla RAM, sui grafici e sui confronti. L'unica possibilità di comunicare che abbiamo passa attraverso un'emozione". (SJ)

The Apple Way, 2006

Eccellenza (SJ)


"La gente ti giudica in base al tuo rendimento, dunque concentrati sul risultato finale. Sii un punto di riferimento in termini di qualità. Alcuni non sono abituati a un ambiente in cui si richiede l'eccellenza". (SJ)


Transformers 3


"In ogni guerra c'è la quiete tra le tempeste, arriveranno giorni in cui perderemo la fiducia, giorni in cui i nostri alleati ci tradiranno, ma non arriverà mai il giorno in cui dimenticheremo questo pianeta e la sua gente".
(Optimus Prime)

venerdì 4 novembre 2011

Passione (2) SJ


"La gente dice "Hai un sacco di passione per quello che fai", ed è assolutamente vero. E il motivo è che è talmente difficile se non ce l'hai, che qualunque persona razionale mollerebbe. E' davvero difficile. E devi andare avanti per un periodo di tempo prolungato. Se dunque non ami quello che fai, se non ti diverti facendolo, se non lo ami davvero, finirai per mollare. Ed è ciò che succede alla maggior parte della gente, in effetti. Se consideri attentamente quelli che hanno finito per diventare individui "di successo" agli occhi della società e quelli che non l'hanno fatto, spesso ad avere successo è stato chi amava ciò che faceva, perciò è riuscito a perseverare quando è diventato davvero difficile. Coloro che non l'amavano hanno mollato perchè sono sani di mente, giusto? Chi avrebbe voglia di smazzarsi questa roba se non la ama? Dunque bisogna mettere in conto un sacco di duro lavoro e un sacco di preoccupazioni costanti, se non ami (il tuo lavoro) non ce la farai".

D5 Conference: All Things Digital, 30 maggio 2007

Passione (1) SJ


"Dovete trovare ciò che amate. E questo vale per il lavoro così come i partner. Il lavoro occuperà una grossa fetta della vostra vita, e l'unico modo per essere realmente soddisfatti è fare quello che considerate un ottimo lavoro. E l'unico modo per fare un ottimo lavoro è amare ciò che fate (...) Non accontentatevi" (S.J.)

Discorso, Stanford University, 12 giugno 2005

martedì 1 novembre 2011

Anche i Miracoli NON sono GRATIS!


Tutto ha un prezzo, nulla si regala, sia che il bene sia tangibile che non tangibile. Le modalità di pagamento dello stesso possono essere sia di tipo economico e non, dipende dal bene e/o servizio in questione.

Ma cosa vuol dire la parola "GRATIS"? E qual'è la sua origine? gràtis avv. [voce lat., forma contratta di gratiis, abl. pl. di gratia «grazia»]. – Gratuitamente, senza pagamento, senza compenso: lavorare, insegnare g.; la rivista si spedisce g. a tutti i soci; godersi g.uno spettacolo. Spesso rafforzato, spec. in frasi ironiche, dall’espressione latina et amore (Dei) «e per amore (di Dio)»: dare, fare qualcosa g. et amore (Dei). -La locuzione latina Gratis et amore Dei, tradotta letteralmente, significa per grazia e per amore di Dio. La locuzione è usata nel linguaggio familiare, quando si dà o si riceve qualche cosa senza che l’acquirente sia legato da alcuna obbligazione verso il donatore. Si trova riportata al cap. XIV dei Promessi Sposi, detto da Renzo mentre mostrava un pane raccattato da terra dopo il saccheggio dei forni.
Se acquistiamo un bene (es. una macchina) sappiamo che dobbiamo corrispondere l'equivalente valore stabilito in denaro. Se acquistiamo un servizio (es. un corso di formazione) sappiamo che dobbiamo corrispondere anche qui l'equivalente del prezzo stabilito, ma in più dobbiamo "PAGARE" con il nostro impegno, il nostro studio e la nostra costanza per dare "valore" a quanto "pagato". Dobbiamo cioè aver chiaro quale deve essere il nostro obiettivo e dobbiamo essere disposti a "PAGARE UN PREZZO" per raggiungerlo.

Ma allora cosa c'entrano i MIRACOLI? Cos'è un MIRACOLO? miracolo In genere, qualsiasi fatto che susciti meraviglia, sorpresa, stupore, in quanto superi i limiti delle normali prevedibilità dell’accadere o vada oltre le possibilità dell’azione umana. Per la teologia cattolica, fatto sensibile operato, fuori dell’ordine della natura creata, da Dio, che agisce in maniera trascendente. Nel Vecchio Testamento i m. servono a manifestare l’infinita potenza di Dio nell’ordine fisico e morale, a richiamare gli uomini verso di lui, ad accreditare coloro cui egli ha affidato una missione speciale, a confermare la predizione di avvenimenti futuri. Il carattere dei m. nel Vecchio Testamento corrisponde in genere a un atteggiamento di paura e di terrore per la potenza di Dio e serve a inculcare l’idea della sua potenza, grandezza e severità (diluvio, distruzione di Sodoma e Gomorra, piaghe d’Egitto, distruzione di Gerico ecc.); numerosi nei racconti della storia più antica di Israele, i m. diminuiscono nel lungo periodo tra Mosè e Cristo. Nel Nuovo Testamento i Vangeli attestano grande quantità di m. (manifestazione di potenza ma soprattutto di bontà) in rapporto alla missione di Gesù Cristo: anzitutto concernenti la sua stessa persona (dalla nascita alla trasfigurazione e resurrezione) e quindi il carattere divino della sua missione; il potere che Cristo esercita gli è conferito dal Padre ed egli può trasmetterlo ai suoi seguaci: infatti, narrazioni di m. si ritrovano negliAtti in rapporto alla prima predicazione apostolica (dalla discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste e il dono delle lingue, alla punizione di Anania e Saffira) e soprattutto al ministero di Pietro e Paolo. Per definizione teologica i m. possono essere attribuiti soltanto a Dio. Possono essere compiuti per intercessione della Madonna o di un santoo valendosi di loro come strumento. Il m. è prova, per la Chiesa cattolica, della santità di coloro per intercessione dei quali è operato; l’accertamento dei m. entra quindi nelle cause di beatificazione e canonizzazione.(fonte Treccani.it)

I miracoli come i sogni non sempre si avverano "gratuitamente". Bisogna creare le condizioni affinchè si realizzino, bisogna saper seminare, ma bisogna sapere come, dove e quando raccogliere i frutti...

Quanto costa e come si "PAGA" un MIRACOLO? Non sono ne un teologo, ne un economista, ma comunque mi sono divertito a stilare una piccola "to do list del miracolo":
1) avere una grande Fede;
2) aver chiaro in mente e nel cuore quale miracolo richiedere;
3) pregare ed intercedere, dedicare cioè del tempo, affinchè il miracolo si avveri;
4) agire nella vita in modo caritatevole in modo da restituire al prossimo un pò di quello che si "spera di ricevere"
5) non perdere mai la speranza, ovvero non distogliere mai lo sguardo dall'obiettivo
6) non essere gelosi, invidiosi dei "miracoli"/"successi" altrui.

In conclusione possiamo dire:
"Ci sono due modi per vivere la propria vita: uno è quello di pensare che non esistono miracoli e l'altro quello di pensare che ogni cosa è un miracolo" (A.Einstein)