mercoledì 7 dicembre 2011

Mario Monti e Pietro Calabrese


Mario Monti e Pietro Calabrese, due nomi che sintetizzano in pieno le mie riflessioni di questo ultimo periodo. Il primo, attuale Primo Ministro è visto come colui a cui è affidato il compito di "provare" a risollevare il nostro Paese, il secondo anche se non attualmente presente fisicamente perchè scomparso qualche anno fa, è comunque protagonista in quanto qualche mese fa è stato pubblicato un libro "Il gioco delle nuvole" nel quale sono riportate le più belle e significative riflessioni fatte da un "maestro del giornalismo" ed al quale mi sono ispirato per scrivere questa mia piccola riflessione sul tempo che stiamo vivendo.

Mario Monti è il "tecnico" chiamato a risollevare le sorti della nostra Nazione, Nazione che da poche settimane (o almeno è quello che ci fanno credere) è a rischio fallimento. Parole come spread, regressione, recessione, ecc non erano mai state menzionate dai mass media prima, forse troppo impegnati a raccontarci le "marachelle" di B. e della sua cricca. Ma queste storielle fanno parte del passato e noi dobbiamo agire nel presente per poter guardare al futuro...

Il presente si chiama "Mario Monti" ed è tenuto ad attuare dei piani antipopolari (non attuati dai governi precedenti troppo occupati a mantenere buoni gli elettori, politici concentrati più sui sondaggi di popolarità che sulle reali problematiche) per risanare il nostro bilancio impoverito da decenni di sperperi e cattive gestioni basate sul favoritismo agli "amici degli amici". Ritengo che sia l'unico in grado di attuare le riforme tanto attese e sperate per il nostro Paese (se vuole) in quanto essendo "tecnico" e quindi in teoria lontano dalle lotte di potere per accaparrarsi poltrone ed incarichi politici, animato come abbiamo visto da un grande Amor di Patria, appoggiato da un Presidente della Repubblica, risvegliato dopo un lungo letargo, che sicuramente gli farà mettere avanti il bene della Nazione, della Sua e Nostra Nazione.
Sono assolutamente favorevole ai "sacrifici ulteriori" che ci vengono richiesti (sia chiaro a nessuno ed anche a me fa piacere pagare più tasse del dovuto) ma non bastano, occorre altro ed ora provo a sintetizzarlo:
- come riporterò di seguito, aiutandomi con le parole di Pietro Calabrese, i costi della politica sono ancora altissimi ed abbiamo un organico di parlamentari e senatori (1000 persone circa ) che vengono stipendiate profumatamente e godono di benefit e vitalizi che ingolfano il nostro bilancio; basterebbe intanto dimezzare l'organico ed è quello che chiede il Paese a gran voce ma chi dovrebbe ascoltare non ascolta perchè troppo impegnato a "tenere il culo sulla poltrona" (perdonate il francesismo)
- serve una lotta dura all'evasione fiscale/contributiva, trasformando i reati di evasione fiscale e fallimento fraudolento da reato amministrativo a reato penale (come avviene in altri Paesi come gli Stati Uniti) istituendo ed attuando la "certezza della pena" eliminando così condoni ed indulti vari;
- riportare in Italia il sistema produttivo, oggi quasi totalmente sparito e traslocato nei paesi asiatici o del nord africa dove la manodopera costa meno e dove ha meno diritti. Oggi in Italia manca il sistema produttivo ed il suo indotto che hanno contribuito in maniera determinante al boom economico italiano del dopoguerra, creando ricchezza interna da riversare soprattutto agli operai delle fabbriche; oggi pretendiamo di vendere questi prodotti a persone che non hanno un lavoro, che vivono nella precarietà o che semplicemente non arrivano (arriviamo) a fine mese.
- tagli sui costi della Pubblica Amministrazione, troppe persone imboscate senza far nulla, troppi incarichi fantasma retribuiti a peso d'oro. Non voglio dire che queste persone debbano essere licenziate ma dirottate su impieghi più produttivi. Anch'io nel mio piccolo lavoro nella gestione dei costi del personale e spesso si parla di razionalizzazione dei costi ed ottimizzazione delle risorse umane.

Oggi ci vengono richiesti/imposti dei sacrifici e noi italiani non ci tireremo indietro (anche perchè non possiamo) ma lo faremo con spirito costruttivo per noi, i nostri figli e la nostra Nazione se vediamo attuare nel concreto quanto esposto, tagliare le erbacce del passato per seminare il terreno del futuro; superare la guerra (come era stato durante la seconda guerra mondiale) per essere gli artefici di un nuovo boom economico...

Vi lascio alla lettura di questo brano intitolato "Dimezziamo il privilegio" scritto da Pietro Calabrese (pensate il 4 giugno 2009 ed attualissimo più che mai, segno che in questi anni di buoni propositi politici nulla è cambiato) e raccolto nel libro "Il gioco delle nuvole" da Giuseppe Di Piazza.

"DIMEZZIAMO IL PRIVILEGIO" - Credo esistano poche cose sulle quali gli italiani sono totalmente d'accordo come quella sull'abolizione di metà (e oltre) degli attuali parlamentari. Forse solo l'abolizione delle tasse riscuoterebbe un consenso ancora maggiore, ma la Costituzione non la permette. Ridurre gli eletti in Parlamento, invece sì. Attualmente sono quasi mille fra Camera e Senato, un numero sproporzionatamente alto per un Paese come l'Italia. Non so se Berlusconi si deciderà a fare sul serio il referendum che ha minacciato la settimana scorsa, ma se lo facesse troverebbe un consenso superiore all'ottanta percento. Detto questo bisognerebbe chiedersi perchè un incarico di prestigio come quello di rappresentare i cittadini nelle Camere dove si studiano, si preparano e si approvano le leggi che cambiano la nostra vita, sia degradato fino al punto attuale. Ho cominciato la mia carriera professionale lavorando come borsista alla Camera dei deputati. Era il 1969 e l'ingresso a Montecitorio fu emozionante. Incutevano rispetto i commessi, avevano un'aria professorale e saggia i funzionari, si passeggiava nei corridoi in silenzio in mezzo a tutta quella boiserie, dando appena una sbirciata ai busti degli statisti che si susseguivano l'un l'altro addossati alle pareti e agli arazzi. Si incontravano personaggi mitici: La Malfa, Pertini, Moro, Fanfani, Andreotti, Ingrao, Macaluso, Berlinguer, e nessuno di loro era mai scostante o sgarbato, o troppo indaffarato da non avere un minuto per te. C'erano un rispetto e un'educazione che si respiravano nell'aria prima ancora di verificarli negli atteggiamenti e nei rapporti di tutti i giorni.
Oggi è completamente diverso. Il senso di sbracamento dei parlamentari è visibile a occhio nudo, già nei loro atteggiamenti. Li accompagna quasi sempre un 'aria (fastidiosa) di superiorità. Sono (non tutti, certo) maleducati, trasandati, sudati e smodatamente inutili. Sono cialtroneschi negli atteggiamenti, furbetti nei comportamenti, prevaricatori nei rapporti con gli altri. E soprattutto sono tanti: ma davvero abbiamo bisogno di mille di questi signori, ai quali permettiamo un sacco di lussi pagati da noi cittadini? Volete un elenco? Oltre allo stipendio per loro, a quello per il portaborse, al rimborso spese per l'affitto e all'indennità di carica, ecco tutte le altre cose che ricevono gratis (gratis nel senso che paghiamo noi) per il solo fatto di essere parlamentari: telefono cellulare, tessera del cinema e del teatro, tessere per l'autobus e la metropolitana, francobolli, viaggi aerei nazionali, circolazione su autostrade, treni aerei di Stato (per quelli che ne hanno diritto). E lasciamo perdere i ristoranti interni di Camera e Senato dove si mangia per cifre ridicole.
Se invece di mille diventassero quattrocento non si farebbe un soldo di danno. E se si differenziassero le funzioni di Camera e Senato sarebbe ancora meglio. Tutti (lor signori parlamentari) dicono a parole di essere d'accordo. Disegni di legge, tanti, ma nessuno finora si è mosso. Se poi si volesse far accadere un miracolo, allora bisognerebbe smetterla con la vergogna di far scegliere gli eletti dalle segreterie dei partiti, paracadutando in Parlamento illustri sconosciuti, amici del principe, segretarie dell'ex, esperti nell'arte dell'adulazione e della cortigianeria, quando non peggio". (4 giugno 2009)

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