lunedì 17 settembre 2012

Storia di elefanti...

C’è un insegnamento che proviene dall’India, terra degli elefanti per antonomasia, che nel tempo ha generato grandi riflessioni.

Questa storia riguarda il metodo utilizzato per l’addomesticamento di questi animali.
Quando gli elefanti sono cuccioli, vengono legati dagli “addomesticatori” con una gamba ad un aggancio solido (ad esempio un palo); inizialmente l’elefantino si dimena e fà di tutto per liberarsi, ma essendo ancora troppo piccolo ogni suo sforzo risulta inutile. La corda ed il paletto sono troppo robusti per la sua stazza ancora così piccola.

I suoi tentativi di ribellione con il tempo si riducono fino a che un bel giorno l’elefantino si arrende perché si rende conto che non è abbastanza forte per liberarsi e scappare.
Finalmente il piccolo pachiderma diventa grande, raggiunge dimensioni enormi e la sua potenza è smisurata!

Adesso ha la forza necessaria per poter spezzare la corda con cui è stato tenuto legato da piccolo. Gli addomesticatori, infatti, usano proprio lo stesso tipo di corda sottile per tenere legato il pachiderma anche quando questo oramai è diventato grande e possente. Ma come mai l’elefante, non scappa adesso che può farcela?

Semplicemente perché crede di non poterlo fare in quanto nella sua mente è inciso il ricordo dell’impotenza sperimentata negli anni passati e non prova nemmeno più a liberarsi; è cresciuto con la convinzione di non poterci riuscire e con il tempo si è arreso.

A volte viviamo anche noi come l’elefante; pensiamo di non essere in grado di fare delle cose semplicemente perché in passato ci avevamo provato ed avevamo fallito, oppure perché qualcuno ci ha fatto credere di non avere abbastanza capacità per farlo.

Inconsciamente sin dall’infanzia abbiamo subito dei condizionamenti dall’esterno (famiglia, istituzioni, amici, mass-media, ecc.) che con il passare del tempo ci hanno creato delle vere e proprie credenze limitanti.

Ogni volta che desideriamo fare qualcosa, la nostra mente ci suggerisce “non posso….non ci riesco…” perché è ciò di cui siamo stati sempre convinti, per cui spesso abbandoniamo senza indugio anche solo l’idea di provarci, inconsapevoli che, così facendo, stiamo limitando tutto il nostro potenziale.

Quindi, tutte le volte che ci sentiamo bloccati o incapaci di fare qualcosa ricordiamoci della storia dell’elefantino…


1 commento:

carlafamily ha detto...

Lo farò e la racconterò anche ai miei figli.