lunedì 21 gennaio 2013

Il Piccolo Principe e il Re

La sera, quando posso leggo ai miei bimbi prima di andare a dormire un libro o un racconto. In questi giorni sto leggendo (e rileggendo per me) "Il Piccolo Principe". Un libro apparentemente molto semplice ma che racchiude grandi verità. Forse siamo noi grandi che complichiamo sempre le cose... Come ama dire il Piccolo Principe. Di seguito condivido con voi questo breve racconto che può tranquillamente essere riportato in chiave lavorativa, una piccola lezione di leadership. Buona lettura.

"...E sentendosi un pò triste al pensiero del suo piccolo pianeta abbandonato, si azzardò a sollecitare una grazia dal Re: "Vorrei tanto vedere un tramonto...Fatemi questo piacere...Ordinate al sole di tramontare..."
"Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all'altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l'ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?"
"L'avreste voi", disse con fermezza il piccolo principe.
"Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare" continuò il Re. "L'autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l'ubbidienza perchè i miei ordini sono ragionevoli".
"E allora il mio tramonto?", gli ricordò il piccolo principe che non si dimenticava mai di una domanda una volta che l'aveva fatta.
"L'avrai il tuo tramonto, lo esigerò, ma nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli"... (Il Piccolo Principe)

lunedì 14 gennaio 2013

Ralph Spaccatutto e la medaglia

"In fondo non mi serve una medaglia per sentirmi buono. Perché se quella ragazzina mi vuole bene... tanto cattivo non posso essere, no?" (Ralph Spaccatutto)


giovedì 10 gennaio 2013

Il contratto...secondo Zeman

Qualche giorno fa, casualmente stavo sfogliando il libro "Cavalcata Fantastica, il cammino biancazzurro 2011-2012" di G.Lussuoso; la celere lettura si è soffermata su un'intervista del 3/06/2012 rilasciata dall'allora mister del Pescara Zeman. La dichiarazione mi è piaciuta particolarmente perchè si adatta benissimo al mondo del lavoro. L'importanza di prendersi un impegno e rispettare seriamente un contratto, sono Valori che vanno riscoperti e valorizzati. Buona lettura.

Conferenza stampa del 2 giugno e addio senza lacrime tra le sue spiegazioni della scelta fatta e del perché firma contratti solo per un anno alla volta: "Voglio sentirmi libero delle mie scelte professionali" e secca risposta a chi gli dava del traditore: "Non ho tradito Pescara. Sono stato il suo allenatore per un anno come da contratto, ho fatto di tutto per conquistare la promozione, abbiamo vinto il campionato, valorizzato dei giovani, ho mantenuto fede alle promesse di inizio stagione. Perché traditore? Finito l'impegno preso, ho scelto un'altra via professionale. Pescara mi resterà sempre nel cuore, basta. Questa è la vita. Non ho mai detto rimango a Pescara se andiamo in A. Ho sempre detto rispetterò al meglio il mio contratto. A parità di offerte sceglierei sempre Pescara, mi chiamasse la Roma, andrei a Roma".

Grazie Mister, complimenti per la coerenza :)

sabato 5 gennaio 2013

25 anni di AC Penne

Nella vita, facciamo esperienze che ci restano nel cuore per sempre. Alcune volte pensiamo che quando esse finiscono non torneranno più e che ormai fanno parte del ns "passato"...ma non è così, continuano a vivere in noi perchè lo vogliamo e quando ricompaiono ne siamo Felici.

Era un sabato pomeriggio lavorativo del mese di novembre quando ricevevo una telefonata piacevole ma del tutto inaspettata da parte di Luisella e Fabiana, due amiche di Penne con le quali ho condiviso per diversi anni il cammino in Azione Cattolica (AC), mi invitavano a partecipare alla celebrazione dei 25 anni di AC a Penne per il 28 dicembre 2012. Ero tra il felice e lo stupito. Subito la mia mente e il mio cuore si sono riallacciate ad un tempo passato vissuto con intensità, fede e passione.
L'esperienza in AC ha formato la mia personalità, rinforzato il mio carattere e guidato la mia anima. Attraverso questa esperienza sono venuto  in contatto con Persone straordinarie che fanno ed hanno fatto parte della mia vita. 
Ricordo il mio primo campo scuola a Carapelle invitato dal parroco Don Gabriele, all'epoca vivevo la parrocchia ma non sapevo nulla dell'AC. Con il passare del tempo me ne sono appassionato fino a diventare anche educatore ed animatore AC.
L'AC ha riempito la mia vita fino ai 25 anni circa quando per motivi di lavoro/residenza ho dovuto lasciare Penne. Per diversi motivi (validi e non) per tanti anni non ho più frequentato il gruppo di AC vivendo una vita più materiale che spirituale, mi accorgevo però che era ed è una vita "vuota". Vuota perchè si è presi dalla routine 7 giorni su 7, senza pause, senza intervalli, una vita non fatta a misura dell'uomo, una vita che ci porta ad andare di corsa...ma dove?

Il 28 dicembre con molta gioia ho partecipato alla celebrazione dei 25 anni di AC a Penne incontrando tante persone che per diversi motivi avevo perso di vista ma ho portato sempre nel mio cuore. Amici e Amiche di tutte le età, bambini e bambine che con gli anni (gli anni non passano solo per me) sono diventati Uomini e Donne. Tanti giovani volti segno di un continuo e sano rinnovamento. La cosa che più mi ha emozionato in questa fase di accoglienza è stato il calore trasmesso dalle Persone. Nonostante i diversi anni trascorsi, i volti nuovi, è stato come "tornare a casa" come se il tempo passato non aveva importanza, e queste emozioni si provano poche volte nella vita...

Durante il momento di preghiera, guidato da Don Giorgio, tante sono state le persone che hanno voluto dare testimonianza sulle attività svolte in AC.  Nel momento di preghiera si è dato spazio al ricordo di chi ha abbandonato il cammino in questa Vita e condiviso con noi l'esperienza associativa, alcuni di questi anche miei Amici e compagni di vita. Davide Di Fabrizio, amico ed educatore ACR, Francesco Paolo Ferzetti, amico e giovanissimo di AC. Francesco Di Cesare e Francesco Vecchiotti due ragazzi eccezionali che ho seguito in qualità di educatore ACR scomparsi troppo giovani. Un caro ricordo ed una preghiera particolare per Don Gabriele, parroco e promotore per la riapertura dell'AC in parrocchia 25 anni fa, Emilia Marcelli socia del gruppo adulti e mia maestra di scuola elementare

Un ringraziamento particolare a tutte quelle persone che hanno voluto ed organizzato questa bellissima Celebrazione, fatta di ricordi e condivisione, per ricordarci chi siamo stati e per indirizzarci verso un nuovo cammino...Grazie

Concludo questa mia riflessione con un bel pensiero di Don Tonino Bello

NON FATE RIDUZIONE SUI SOGNI -Ricordate sempre che l'Azione Cattolica trova il suo punto di massima espressione non quando siete nelle pareti della vostra parrocchia: è il mondo lo spazio in cui vi giocate la vostra identità. Quale mondo? Quello della scuola dove state, della fabbrica dove lavorate, dell'ufficio, dei campi: e poi la spiaggia quest'estate, il bar questa sera, la piazza. Se vi dicono che afferrate le nuvole, che battete l'aria, che non siete pratici, prendetelo come un complimento. Non fate riduzioni sui sogni. Non praticate sconti sull'utopia. Se dentro vi canta un grande amore per Gesù Cristo e vi date da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà: " Ma cosa si cela negli occhi così pieni di stupore di costoro?" - don Tonino Bello










venerdì 4 gennaio 2013

La felicità è nel viaggio... di S.Bambarén

"Non ricordiamo più il linguaggio dei bambini, ed ecco perchè non rammentiamo che possiamo essere tanto grandi quanto i nostri sogni. Ma il tuo cuore è libero se hai il coraggio di ascoltarlo, vedrai con i veri occhi. Percepirai la verità universale che può soltanto essere racchiusa nella canzone del colibrì, o della pioggia gentile che sfiora i petali della rosa, o nel frangersi di un'onda.
La Felicità non si presenta  in un solo momento o in un giorno e nemmeno in un anno. La felicità è durante, è nel viaggio che va avanti per l'intera esistenza"

tratto da "Il Guardiano del Faro" di Sergio Bambarén

Think


giovedì 3 gennaio 2013

Leadership

"Manager si nasce "e" si diventa. Leader si nasce. Però la leadership si apprende" (Massimo Ferrario)

tratto da "Direzione del Personale" AIDP - sett 2012

Credi in te stesso


martedì 1 gennaio 2013

Entusiasmo


ENTUSIASMO: il mio augurio per il 2013

Ieri si è concluso il 2012. Un anno difficile per molti: difficile dal punto di vista professionale  e difficile dal punto di vista personale. Spessissimo questi due "mondi" sono collegati in quanto l'instabilità lavorativa ed economica hanno dei diretti risvolti anche nella sfera personale e negli equilibri famigliari.
Ma il 2012 non è un libro che possiamo chiudere ed iniziare una nuova lettura nel 2013, bensì gli anni sono collegati e ciò che ci aspetterà nel 2013 in parte lo conosciamo: incertezza politica, sociale, professionale; ma una cosa può variare, il nostro approccio verso il futuro...
Qualche tempo fa, in un libro dal titolo "Fish!" ho letto una citazione che ho anche riportato su questo blog e nel mio posto di lavoro "Spesso non possiamo scegliere il nostro lavoro, ma possiamo scegliere il modo in cui svolgerlo". Possiamo riproporla in una nuova chiave di lettura, e cioè "Non possiamo scegliere il tempo in cui vivere, ma possiamo scegliere il modo in cui lo vogliamo Vivere!".
E come possiamo fare?... Con una parola: ENTUSIASMO.
Ma cosa vuol dire questa parola ? "Il termine "entusiasmo" deriva dal greco antico enthusiasmòs, formato da en (in) con theos (dio). Letteralmente si potrebbe tradurre con "con Dio dentro di sé", o "indiamento", "invasamento divino". In italiano normalmente sta ad indicare una commozione intensa dell'animo che si esprime in vive manifestazioni di gioia, di eccitazione, di ammirazione; un sentimento di appassionato interesse nei confronti di un ideale o di una causa politica, religiosa o sportiva,"
Con questa parola, sentimento ed intenzione, voglio salutare il nuovo anno, e questa parola voglio utilizzare per augurare a tutti voi un Buon 2013.

Il mese scorso ho letto sul mensile "Millionaire" un bellissimo articolo di Maria Spezia che qui di seguito voglio condividere con voi. Buona lettura e Buon Anno :)

ENTUSIASMOLOGIA - essere felici è possibile anche quando tutto va storto. Lo sostiene il fondatore di una nuova "filosofia", Fabio Marchesi

Lei va in giro a predicare la felicità. Ma come è possibile quando il lavoro manca, non arriviamo a fine mese e il pessimismo è imperante?
"Quando tutti intorno a noi si lamentano, bisogna fare uno sforzo in più. Basterebbe smettere di lagnarsi e capire che la felicità non deve essere affidata alle condizioni esterne. Chi consegna la felicità nelle mani del destino o degli altri è paragonabile ad un mendicante, che dipende dall'obolo altrui per fare un sorriso. La felicità è prodotta da noi ed è già presente in noi: oggi, ora. C'è una gioia infinità in ogni essere vivente, ma per percepirla dobbiamo renderci indipendenti dalle circostanze esterne"
Ma come si fa?
"L'entusiasmologia indica tecniche semplici. La prima è quella del pregiudizio del grande sforzo: smettiamo di credere che per essere felici siano necessari grandi sforzi. Chi l'ha detto, dove sta scritto che solo chi ha trascorso decenni nel deserto mangiando cavallette può provare l'estasi? Un altro pregiudizio comune riguarda la sofferenza: perchè una persona che soffre è considerata migliore di una che sta bene? Questi sono principi devastanti, che ci allontanano dalla felicità"
Primo passo da fare?
"Ci vuole la GIA, ossia GRATITUDINE INCONDIZIONATA ANTICIPATA"
Scusi in altri termini?
"Chi è razionale considera la gratitudine come reazione a qualcosa di bello che dovrebbe succedergli prima per permettergi di essere grato. Ma essere grati in anticipo sulle circostanze riesce a migliorare la propria vita. Basta sorridere e dire "GRAZIE" a voce alta per almeno cinque minuti d'orologio, con ripetizioni a ritmo costante: immaginate un "graziegraziegraziegrazie..." Così i nostri due emisferi celebrali, il sinistro (razionale, dirige il linguaggio) e il destro (emotivo e intuitivo), si allineano"
Provi a spiegarmi meglio...
"In soldoni, la nostra paarte razionale, che ha bisogno di fatti concreti, sarà disposta a "collaborare" con quella emotiva, che vive la gioia senza bisogno di stimoli esterni. Il risultato? La nostra apertura nei confronti della realtà. La percezione della nostra felicità interiore. Sul lavoro, potremo raggiungere l'eccellenza: un pò come un cuoco che con la sua parte razionale sceglie gli ingredienti e con la sua parte emotiva combina i sapori, pensando alle reazioni di chi mangerà il suo piatto. Allineando le sue capacità, riesce ad esprimere il massimo del suo potenziale"
Tutto così facile?
"Per essere felici è necessario staccarsi dalle proprie paure. Ognuno di noi ha una soglia individuale di massima sopportazione alla felicità, oltre la quale facciamo scattare la paura per non provare la gioia estrema, che non conosciamo e quindi ci intimorisce"
Per saperne di più: www.fabiomarchesi.com