martedì 29 ottobre 2013

"La Luna Blu - il percorso inverso dei sogni" di Massimo Bisotti

Un viaggio primaverile in autobus. La mia compagna di viaggio aveva appoggiato sulle gambe un libro dal titolo "LA LUNA BLU" di Massimo Bisotti. Le cose che mi hanno subito incuriosito sono state il titolo e l'immagine di copertina (dico la verità, quando ho letto il titolo l'ho subito associato alla "luna blu" del film d'animazione "I Puffi").... :)
Comunque, chiedo alla mia compagna di viaggio e collega di dare uno sguardo al volume e mi colpisce la frase sulla quarta di copertina: 

"Fai rumore nei sogni di qualcuno solo per farlo svegliare con il cuore felice. Altrimenti lascialo dormire".

Resto impressionato ed incuriosito da questo libro che parla dei "SOGNI" tanto che approfitto del momento per annotare un promemoria per un prossimo acquisto. Acquisto e lettura che ho fatto nel mese di settembre (avevo un pò di letture arretrate).
Non conoscevo l'autore, e devo dire che per me è stata una bella scoperta. La lettura delle prime 70 pagine si è rivelata interessante, stimolante e coinvolgente, soprattutto per chi come me ama i "SOGNI".
La protagonista, Meg, si trova a vivere un sogno, o dovrei dire si trova a vivere "IN" un sogno. Già, poiché ad un certo punto non sa più quale vita sta vivendo, quando ha gli occhi aperti oppure quando li ha chiusi...

"E chissà quando i tuoi sogni dormono dove vanno a finire e cosa vanno a sognare? Cosa può mai sognare un sogno?... Credo nei sogni che si spingono oltre il cielo ma hanno i piedi per terra".

Mentre le prime 70 pagine sono coinvolgenti e trasportano il lettore in un'altra dimensione le altre no. Secondo me l'autore si perde in descrizioni lunghe, articolate e ripetitive che non ne fanno capire realmente e facilmente il senso. Sembra quasi  che il libro sia stato scritto da due autori con diversi stili di scrittura. Ma forse è questo il messaggio che vuole dare l'autore? Di una doppia personalità?...
... A voi la lettura ed il Vostro personale giudizio...
Vi saluto con una delle frasi che mi hanno colpito:

"Il posto più bello dove puoi portare qualcuno a sognare è il tuo cuore"

IL LIBRO - "La Luna Blu" di Massimo Bisotti (ed Ultra Novel) - "Così viaggiando nel tempo, nei giorni, conosci milioni di anime . Ci parli, sorridi, le guardi, di tanto in tanto ti fermi, ricambi gli sguardi. Poi però riprendi il tuo cammino. D'improvviso ne incontri una che stravolge il senso del tuo percorso per sempre, mobilita inevitabilmente le vecchie prospettive territoriali e oserei dire anche l'origine del tuo cielo, la direzione dei tuoi occhi. Dopodichè nulla sarà più maledettamente uguale. Mai più. E nel preciso istante in cui te ne accorgerai capirai perché da tutto il resto sei sempre andato via".

L'AUTORE - Massimo Bisotti è nato e vive a Roma, ha studiato lettere, suona il pianoforte ed è appassionato di psicologia. Dice di sé di aver iniziato a scrivere perché le sue parole rimarginassero le ferite e si chiudessero in cicatrici.

sabato 26 ottobre 2013

"IL PAPA e il Manager" di A.Widmer

Giovanni Paolo II, posso dire tranquillamente in modo oggettivo che è stato uno degli Uomini più rappresentativi e carismatici di questi ultimi anni. Con la sua vita, le sue sofferenze, le sue parole ha ispirato tantissime persone (non solo cattoliche).
Un libro sul mondo del lavoro e nella gestione dello stesso e dei propri collaboratori. Papa Wojtyla è stato molto vicino al mondo del lavoro, ne ha parlato e scritto molto, forse anche perché proveniva egli stesso da quel mondo: prima come operaio in diverse aziende. In passato appoggiò il movimento dei lavoratori del suo Paese, la Polonia, conosciuto con il nome "Solidarnosc".
Il LAVORO per il Papa infatti, può essere un fattore di santità. Ogni lavoro, non solo quello dei sacerdoti e religiosi, può essere fonte di santità se svolto come atto d'amore, con spirito di servizio e di sacrificio in conformità con le intenzioni di Dio. Tommaso d'Aquino affermò "Non ci può essere gioia nella vita senza gioia nel lavoro".
Per dare un parere personale a questa lettura, però devo dividere la riflessione in due parti: L'esperienza diretta di Widmer ed gli insegnamenti manageriali che  vengono riportati.
- Il racconto sull'esperienza diretta dell'autore è molto bello ed attraverso diversi aneddoti privati e riservati abbiamo una nuova chiave di lettura del Papa e della vita all'interno delle mura vaticane. 
- Dal punto di vista invece delle "lezioni" manageriali il libro lascia un pò a desiderare in quanto i concetti sembrano buttati lì, manca una certa integrazione con l'esperienza dell'autore, concetti che magari per gli "addetti ai lavori" sono abbastanza conosciuti.

Nel libro sono riportate belle citazioni del Papa sul mondo del lavoro che possono essere prese come esempio nella nostra vita quotidiana.
Un ringraziamento al mio amico Massimo B. per avermi consigliato la lettura di questo libro.

"Ad ogni uomo è affidato il compito di essere artefice della propria vita: in un certo senso, egli deve farne un'opera d'arte, un capolavoro" (Beato Giovanni Paolo II)


IL PAPA E IL MANAGER di Andreas Widmer (ed Rizzoli) - Nel 1986 il giovane svizzero Andreas Widmer si arruolò nel corpo di guardia di Giovanni Paolo II, allora al suo ottavo anno di pontificato, e per due anni visse a contatto con il grande Papa, assorbendone gli insegnamenti spirituali e umani che lo hanno reso una delle figure più influenti dei nostri tempi. Dopo molti anni, e diverse esperienze da imprenditore, Widmer offre oggi come testimone diretto e credente uno sguardo dietro le quinte alla persona di questo grande Pontefice, "la più autentica che abbia mai incontrato", e rivela come i ricordi di lui abbiano forgiato la sua attività di manager e amministratore di imprese. Dall'importanza della vocazione al potere della preghiera, dall'etica dell'essere umano al libero arbitrio, dal valore della testimonianza all'importanza del team, fino alla visione della propria attività come servizio, il libro offre un'inedita applicazione degli insegnamenti di Papa Wojtyla al mondo del business, per richiamare i credenti, attraverso il suo esempio, ai principi di fede e di missione in tutti gli aspetti della vita.

Organizzazione


sorriso :)


Amo correre...


"Trova il lavoro che davvero vuoi"

IL LAVORO: una tematica sempre attuale e sempre in evoluzione. Con esso provvediamo al ns sostentamento ed quello della nostra famiglia ed attraverso il lavoro dovremmo avere anche una certa realizzazione e soddisfazione personale dato che nel lavoro impieghiamo gran parte della nostra giornata...ma non sempre è così semplice..."TROVA IL LAVORO CHE DAVVERO VUOI". Questo è il titolo del libro che ho letto qualche mese fa, segnalatomi dalla rivista "Millionaire"; attraverso la rivista ho avuto la possibilità di conoscere alcuni degli argomenti trattati e la cosa mi ha incuriosito molto.
Dopo averlo letto però, ritengo che il titolo sia improprio... Il libro è veramente bello e trasmette una carica per affrontare le varie fasi della vita professionale di ciascuno di noi. Il titolo come dicevo può trarre in inganno: non è un libro che fa trovare lavoro. E' un libro che secondo me aiuta a trovare il potenziale che c'è in ciascuno di noi.
Di questo libro oggi, attraverso questo mio blog voglio condividere con voi due concetti che ruotano attorno a due parole: SODDISFAZIONE e IMPRENDITIVITA'

"Il livello di soddisfazione nel lavoro" - I dati possono dire molto, a livello di scenario complessivo, ma ben poco a livello di soddisfazione  personale verso il lavoro in senso stretto. Un'attività gratificante influenza il benessere psichico e la salute fisica di un soggetto. Non a caso l'incidenza di patologie causate dallo stress è sempre più tangibile nella storia clinica del nostro Paese. Il primo studio a confermare  questa teoria è canadese ed è stato pubblicato sul "Journal of Occupational and Environmental Medicine" nel gennaio 2011; la teoria è quella che siano non tanto le mansioni svolte a determinare la soddisfazione sul lavoro e lo stress che ne deriva, ma la possibilità di dare sfogo e applicare le proprie attitudini, psicologiche prima che lavorative. Il punto focale per vivere serenamente e in salute non è esclusivamente l'acquisizione di un nuovo lavoro di per sé , nonostante questo assicuri, se non altro, la stabilità economica, ma la ricerca di un'occupazione che soddisfi concretamente le aspirazioni e i bisogni di ciascuna persona e, di conseguenza, dell'intera società.  
E' di questa opinione anche Guy Standing, economista inglese e collaboratore dell'università di Bath. Il discorso è incentrato sul mondo in espansione del precariato e sul fatto che questo sia stato privato di quello che Standing definisce "lavoro dignitoso". Standing  sostiene che, tuttavia, per organizzare collettivamente e politicamente il precariato in un'azione capace di cambiare le carte in tavola serva qualcosa di più. La svolta sarebbe rappresentata da un impiego in grado di stimolare l'intelligenza, l'autonomia e l'immaginazione del lavoratore. E' proprio su questo punto che il piatto piange. Quotidianamente.
Le categorie più colpite dalla disoccupazione restano i giovani alla ricerca del primo impiego, in particolare se laureati, e gli adulti che hanno perso il loro posto di lavoro, spesso non per propria responsabilità. Il lavoro, quando c'è, li esclude, li taglia fuori dalle candidature. Oltre la metà di chi lavora, infatti ha un'occupazione che non lo soddisfa. "Non ha importanza "il motivo": quello che conta è l'insoddisfazione di molti". Senza soddisfazione, non può esistere motivazione. E senza soddisfazione e motivazione non si avrà mai una ricca produzione.

Imprenditività non significa Imprenditorialità - Vale la pena di precisarlo, essere imprenditivi non significa necessariamente essere imprenditori. Sono due diversi modi di essere, ognuno con delle caratteristiche precise. L'imprenditività racchiude molte doti, attitudini, orientamenti dell'imprenditorialità. Ma differisce profondamente in un dato essenziale: l'imprenditivo non necessita di alcuna impresa e può essere tale anche lavorando come dipendente.


"E' imprenditivo chi cerca, nella sua attività - autonoma o dipendente - di dare il meglio di sé cercando il miglior risultato possibile, facendo qualcosa che gli piace e lo appassiona e accettando il challenge quotidiano di dipendere dai risultati ottenuti sul campo".

L'imprenditività non è per pochi, è per tutti - dalla definizione di imprenditività avete già compreso un fatto importante: anche voi siete, o potreste essere, imprenditivi. Non necessitate di un'impresa per esserlo, potete tranquillamente avere o volere un lavoro non autonomo, di qualsivoglia tipo. Non è quello a fare la differenza. L'imprenditività è un insieme di atteggiamenti e comportamenti positivi come creatività, tenacia, talento, lealtà, capacità  comunicativa, socialità, assunzione di responsabilità, problem solving e molte altre attitudini che, applicate al mondo del lavoro, consentono a chi ne dispone di essere più produttivo degli altri, di avere un vantaggio.
L'imprenditività è alla portata di tutti coloro che sono pronti a lavorare su se stessi e non richiede titoli di studio particolari. può essere massimamente imprenditivo un immigrato della Libia che non ha seguito percorsi scolastici, come può invece non esserlo affatto il laureato con lode nella migliore università italiana.
Imprenditività è la parola chiave. Quella da comprendere , analizzare, far propria e infine abbracciare se si sceglie di sposarne il significato profondo. Si tratta di un'attitudine importante, soprattutto analizzando i recenti cambiamenti del mercato del lavoro, sempre più dinamico, indefinito, attanagliato alla concorrenza. Anche i lavoratori dipendenti oggi, altre alle qualità tecniche che li hanno contraddistinti - anche gerarchicamente - nella storia, devono essere dotati delle qualità manageriali proprie dei lavoratori autonomi. A questo serve l'imprenditività, a gestite con solerzia e soddisfazione gli ostacoli, sempre nuovi, che il dinamismo estremo, la tendenza radicale al self-employment, ha esteso dall'impresa all'impiego dipendente... 
...continua la lettura sul libro :)



martedì 1 ottobre 2013

tempo e sogni

"Non rinunciare a un sogno perchérichiede troppo tempo: il tempo passerà comunque" (Anonimo)