giovedì 9 gennaio 2014

"Lettera a un'amica che ci sarà per sempre" di S.Bambarén

Un detto popolare dice grossomodo questo: "I parenti non ce li possiamo scegliere, gli Amici sì". La "A" maiuscola non è casuale. "Siamo dello stesso sangue", questa un'altra citazione; oppure "Siamo della stessa carne". Già perché in fondo si fa sempre riferimento al "legame di sangue" e non al legame che unisce le Persone, "l'Amore"
L'uomo si sà NON è fatto per stare solo, si crea perciò delle comunità, una di queste si chiama "Famiglia". Nella famiglia si nasce, si cresce, si instaurano le prime relazioni, e tutto va bene. Poi si cresce, si conoscono altre persone e si creano nuovi legami. 
Alcune volte nelle famiglie va tutto bene e ci si vuole sempre bene, con tutti, e si vive in armonia, felici e contenti (almeno così dicono le favole)... Altre volte, ahimè tante, nelle famiglie che crescono e si allargano nascono discussioni che fanno allontanare i componenti: fratelli, genitori e figli, cugini, e chi più ne ha più ne metta. Discussioni, litigi ed invidie (da qui il detto "parenti serpenti") che nascono per diversi motivi e che si trascinano per anni senza soluzioni, ma con una sola azione "ignorarsi". Oppure ci accorgiamo che i parenti che da piccoli ci erano così vicini, man mano che diventavamo grandi si allontanavano sempre più da noi (o noi da loro).
Poi ci sono gli Amici con la "A" maiuscola che entrano casualmente nella nostra vita, ma con noi condividono gioie e dolori, sorrisi e lacrime, per molto tempo. Alcuni li frequentiamo spesso, altri meno, ma l'intensità del rapporto è la medesima. Con loro giochiamo, ci confrontiamo, ci confidiamo, spesse volte più che con un genitore o un fratello/sorella. Con loro viviamo le nostre esperienze di crescita e crescendo quelle di vita. 
Nessuno ci obbliga a stare insieme, a frequentarci a volerci bene, ed è per questo che ci "amiamo". Sì perché penso che gli Amici veri si amano e sono disposti a donarsi gli uni verso gli altri, in nome di quel rapporto che si chiama AMICIZIA ma con il tempo ed in pochi importanti casi si trasforma in FRATELLANZA.
Alcune volte queste amicizie nascono tra i banchi di scuola, altre negli incontri che facciamo nella vita, ed altre volte ancora sul posto di lavoro: persone che fino a quel giorno non si conoscevano si trovano, si scoprono e si ritrovano a camminare insieme nel lungo viale chiamato "vita"; ed io attraverso il mio lavoro sono stato e sono testimone di questi incontri d'Amore e di Amicizia.

Questa mia riflessione vuole introdurre il libro di Sergio Bambarén "Lettera a un'amica che ci sarà per sempre". Un libro che racconta l'amicizia tra l'autore e l'amica del cuore, l'amica di sempre Silvia, scomparsa dopo una lunga malattia. Bambarén scrive questo libro per mantenere una promessa fatta all'amica: scrivere un libro sulla loro amicizia, nata sui banchi di scuola ed al legame indissolubile che li ha tenuti vicini per tanti anni, nonostante le difficoltà, i cambiamenti, le distanze. Silvia, l'amica che se n'è andata, rimane così una figura sempre presente, non solo nella memoria, come di solito succede, ma anche nella piccola preziosa testimonianza delle parole scritte. Un testo di grande umanità e di portata universale su un sentimento così importante come l'AMICIZIA.

"Qualche tempo fa una delle persone più meravigliose che io abbia mai conosciuto ha lasciato questo mondo. Si chiamava Silvia. Ci eravamo conosciuti da bambini, quando eravamo vicini di casa e nonostante le nostre strade si siano divise non ci siamo mai persi di vista. Nel corso degli anni ci siamo incontrati molte volte in giro per il mondo e abbiamo continuato a volerci bene. Era una sognatrice, proprio come me" (S.B.)

Un libro che ho letto negli ultimi mesi del 2013 che mi ha fatto fare tante riflessioni e considerazioni. Mi sono ritrovato molto nella figura di Sergio Bambarén, nei suoi conflitti interiori che lo hanno portato a scoprire la sua vera vocazione di essere umano. Mi ha fatto molta tenerezza il passaggio che descrive la morte dell'amica Silvia, della sua lunga malattia, della sofferenza per entrambi, perché un amico deve avere anche la forza e l'amore dove è possibile di accompagnare l'amico/a alla fine del percorso terreno. 
Dedico questo mio commento, questa mia riflessione a tutti i miei AMICI che camminano ed hanno camminato con me sulla strada della Vita.

Dopo tanta sofferenza, Sergio Bambarén saluta così, alla fine del libro la sua Amica:

"Arrivederci, Silvia. Un giorno ci ritroveremo. Fino ad allora, ti terrò per sempre nel cuore. Il tuo Amico per l'eternità, Sergio"

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