giovedì 29 giugno 2017

"Mio fratello rincorre di dinosauri" di Giacomo Mazzariol

Spesso i consigli su cosa leggere arrivano da più fonti: amici, riviste, web; in questo caso ho ascoltato qualche mese fa la trasmissione radiofonica "Deejay chiama Italia", Linus e Nicola stavano intervistando l'autore del libro Giacomo Mazzariol. Solo durante la lettura del libro scopro che era stato scritto più di un anno fa sollecitato dal successo del video "The Simple Interview" che ho visto solo dopo aver letto il libro (per chi non lo ha visto lo trovate qui di seguito).
Il libro tratta il tema della "Diversità", nel caso specifico di un bambino con la sindrome di Down. Già la "diversità"... Tutti siamo bravi in teoria ad accettarla, ci riempiamo la bocca di tanti commenti e teorie sull'apertura mentale. Facile fare esprimere giudizi sulle vite degli altri, ma come reagiamo noi quando la "diversità" bussa alla nostra porta?
L'autore, Giacomo Mazzariol, un ragazzo come tanti, racconta come ha reagito lui quando, ancora bambino, ha conosciuto il significato dell'essere diversi, quando il suo fratellino era diverso.
Giacomo non si nasconde dietro giustificazioni (anche accettabili che potrebbero concedersi ad un bambino), anzi ne mette in evidenza tutti i lati negativi. Descrive con minuziosa particolarità tutti i sentimenti di disprezzo verso questo fratello tanto diverso da lui, gli atteggiamenti e comportamenti lo hanno portato a rifiutare anche pubblicamente l'esistenza di un fratello in famiglia; tanto che alla domanda "quanti siete in famiglia?" lui rispondeva "5"...e non "6"; non veniva considerato il fratellino Giovanni, "colpevole" di essere nato con "un cromosoma in più".
E' la mamma di Giacomo che ha per lui una spiegazione che le viene dal cuore "...nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. E' talmente più grande di noi, la vita. E' complessa, ed è misteriosa...L'unica cosa che si può scegliere è amare. Amare senza condizioni".
Un libro scritto che ci farà indignare, sorridere ed amare Giovanni, Giacomo e tutta la famiglia. Una storia di una famiglia italiana che potrebbe (e forse lo è) la storia di tutti noi...Buona lettura

Scheda del libro
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno  di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere. Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.

Autore
GIACOMO MAZZARIOL è nato nel 1997 a Castelfranco Veneto, dove vive con la sua famiglia. Nel marzo del 2015 ha caricato su YouTube un corto, The Simple Interview, girato assieme al fratello minore Giovanni, che ne è il protagonista. Giovanni ha la sindrome di Down. Il video ha avuto un'eco imprevedibile: i principali quotidiani gli hanno dedicato la prima pagina ed è stato commentato anche all'estero.

Il video - The Simple Interview


domenica 18 giugno 2017

"L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

Per me gli autori ed i romanzi si dividono in due categorie: le scoperte e le conferme (poche volte si trasformano in delusioni). Ed è proprio quello che è accaduto con l'autrice Donatella Di Pietrantonio che ho avuto il piacere di scoprire e di leggere nel 2011 in occasione del suo primo romanzo "Mia madre è un fiume", conferma avvenuta nel 2017 quando ho letto con grande apprezzamento il suo ultimo romanzo "L'Arminuta".
L'autrice, nel frattempo conosciuta ed apprezzata dalla critica letteraria italiana, si contraddistingue per il suo stile  a volte "ruvido ed aspro" che serve per raccontare di una storia ambientata tanti anni fa (non è indicato il periodo, ma da alcuni riferimenti narrati dovrebbe essere la fine degli anni settanta), nell'entroterra abruzzese. Durante la narrazione della storia si trovano spesso espressioni dialettali che vogliono rimarcare un senso di appartenenza regionale; in un mio commento al primo romanzo avevo quasi criticato questo modo di scrivere in quanto ritenevo certe espressioni di difficile comprensione per un lettore di altre regioni (avevo suggerito di inserire una nota con traduzione) invece leggendo altri libri mi sono reso conto di quanto alcune espressioni rafforzino il discorso o la storia stessa.
Una storia che letta ai giorni nostri può lasciarci perplessi ed esterrefatti, ma se chiudiamo gli occhi, ed immaginiamo certe realtà del ns Paese di qualche decennio fa, ci è facile riscontrare come la storia della protagonista può essere la storia di tanti ragazzi e ragazze vissute in quell'epoca; magari può essere la storia di qualche nostro nonno/a...
E' la storia di quattro donne, due hanno un nome e viene ripetuto spesso nel libro, delle altre due non viene indicato il nome di battesimo, quasi a non volerle identificare con un "nome proprio". C'è "l'arminuta" la ragazza che torna nella sua casa natale che è anche la narratrice di tutta la storia, c'è la "mamma naturale" una figura austera e distante che ha come priorità quella di nutrire la famiglia assicurando un pasto ed un tetto sopra la testa e solo successivamente il compito di crescere i figli, c'è la sorella Adriana spessissimo nominata e con la quale si creerà un bellissimo rapporto ed infine c'è la zia-mamma Adalgisa, una figura controversa ma sempre presente nella vita de "l'arminuta".
Mentre leggevo il libro ed entravo sempre più nella storia, non mi sentivo un lettore ma uno "spettatore" che "guarda" ciò che accade all'interno di quella famiglia, di quella casa. Una presenza discreta. Una volta terminato il libro però ti rendi conto che le pagine sono terminate ma la storia delle quattro donne no, allora non ti resta altro che "interrompere l'osservazione", chiudere il libro e lasciare che la storia de "l'arminuta" vada avanti su pagine della storia non ancora scritte… Buona lettura e complimenti all'autrice.

Scheda del libro
L'ARMINUTA (Einaudi) - «Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza». – Ma la tua mamma qual è? – mi ha domandato scoraggiata. – Ne ho due. Una è tua madre. Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.

L'Autrice
Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Con Bella mia (Elliot 2014) ha partecipato al Premio Strega. Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017).